di Giovanni Careccia e Christian Consalvo
assistente alla produzione Gaia Figini
musiche di Lorenzo Mondelli
con il sostegno di “ArteMente, Centro di Alta Formazione per la Danza”, “TheWorkRoom Vapore” e “FLIC – Festival Lanciano in Contemporanea”
“È solo per un eccesso di vanità ridicola che gli uomini si attribuiscono un’anima di specie diversa da quella degli animali.”
Voltaire
La natura cerca di riappropriarsi degli spazi abusati dall’essere umano, mentre quest’ultimo continua a cercare di superare i limiti imposti dalla natura stessa: rincorre un ideale estetico riguardante il corpo, un prototipo di desiderabilità, uno stereotipo di perfezione irraggiungibile.
Nello spazio scenico un ecosistema fatto di corpo, natura e artificio: quattro figure antropomorfe, divise equamente tra prede e predatori, si susseguono, si accordano su tracce accennate e segni abbozzati, sfumature reali di schizzi utopici. I gesti si innestano nello spazio, corpi armoniosi oscillano e si influenzano attraverso movimenti poetici e audaci, a tratti ginnici.
Il progetto indaga l’equilibrio tra natura e uomo e la condizione del libero arbitrio.